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venerdì 2 dicembre 2016

Avvento #2





L’apprendista assassino, Robin Hobb


Perché è proibito trascrivere specifiche conoscenze di magia?
Forse perché tutti temiamo che cadano in mano a chi non è degno di usarle. Di certo è sempre esistito un sistema di apprendistato per assicurarsi che tali conoscenze magiche vengano trasmesse soltanto agli adepti che ne sono ritenuti degni. Sebbene la proibizione sembri un lodevole tentativo di proteggerci dai praticanti immeritevoli del sapere arcano, si ignora il fatto che la magia non deriva da queste conoscenze. La predisposizione a un certo tipo di magia può essere solo innata o assente. Per esempio, il talento per la magia nota come Arte è legato strettamente alle relazioni di sangue con la dinastia reale dei Lungavista, sebbene possa verificarsi anche come “tendenza spontanea” fra coloro che discendono sia dalle tribù dell’Interno che dagli Isolani. Un uomo addestrato nell’Arte è in grado di protendersi verso la mente di un altro, non importa quanto lontano, e di conoscere quello che l’altro sta pensando. Chi è potente nell’Arte può influenzare i pensieri dell’altro, o conversare con lui. È una facoltà estremamente utile per dirigere una battaglia, o raccogliere informazioni.
La tradizione popolare narra di una magia ancora più antica, ora oggetto di profondo disprezzo, nota come lo Spirito. Pochi sono disposti ad ammettere una predisposizione per lo Spirito, quindi si dice sempre che è prerogativa degli abitanti della valle vicina, o di quelli che vivono oltre le creste più lontane. Io sospetto che un tempo fosse la magia naturale di coloro che vivevano della terra come cacciatori piuttosto che come popoli sedentari, un potere utile a coloro che provavano affinità con le bestie selvagge dei boschi. Lo Spirito, così si dice, conferiva l’abilità di parlare i linguaggi degli animali. Si veniva anche ammoniti che chi praticava lo Spirito troppo a lungo o troppo bene si trasformava nell’animale al quale si era legato. Ma può essere solo una leggenda.

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