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lunedì 8 settembre 2014

La centesima pagina



"Tornati al deposito, Leonard rifiutò, scusandosi, il tè in sala mensa. Ora che poteva contare sull'approvazione di MacNamee, persino sulla sua gratitudine, si sentiva sicuro e libero. Uscendo, diede uno sguardo alla stanza dove aveva lavorato. L'assenza di registratori sugli scaffali costituiva di per sè un piccolo trionfo. Chiuse la porta e consegnò la chiave all'ufficiale di servizio. Attraversò il campo, superò la sentinella al cancello e s'incamminò verso Rudow. La strada era buia, ma ormai la conosceva metro per metro. Il suo cappotto offriva scarso riparo dal freddo. Sentiva i peli del naso irrigidirsi. Se respirava dalla bocca, l'aria gli forava i polmoni. Aveva la percezione dei prati gelati lungo la via. Superò le baracche occupate dai rifugiati della Repubblica Democratica. Qualche bambino giocava fuori, nel buio, ma al suono metallico dei suoi passi sul selciato freddo zittirono tutti e attesero che fosse passato."


Lettera a Berlino, Ian McEwan, Mondadori, 1997

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